Quello che conta davvero
Quello che conta davvero lo dicono i fatti della nostra vita, ben più che le parole.
Ricordo di aver letto qualche anno fa un oroscopo settimanale scritto da Rob Brezsny in cui questo eccentrico poeta più che astrologo, parlava dei desideri tiepidi. Esortava me e i nati nel mio segno zodiacale ad abbandonare i “desideri tiepidi”, a non perdervi tempo, e a concentrarsi piuttosto su quelli ardenti.
Mi è tornato in mente in questi giorni in cui sta capitando qualcosa che ho già vissuto ben due volte, una più di vent’anni fa, un’altra solo un paio. Per la terza volta accade che quello che mi porto dietro come un sogno da realizzare subisca un brusco stop perché viene meno il coinvolgimento delle persone con le quali avevo pensato di condividerlo e renderlo realtà. Mutano le persone, si ripete lo schema.
Non credo al caso. Quando uno schema si ripete significa che ci sono lezioni da imparare.
Una lezione inerisce il cogliere il “ri-sentito”, ovvero rispondere alla domanda “come mi fa sentire questa situazione”? Portare l’attenzione sull’emozione che provo, percepirla. Di che emozione si tratta? Dove la sento? Quando mi sono già sentita così? Imparare ad ascoltare e dialogare con le emozioni è una delle pratiche più efficaci nel comprendere chi siamo davvero e cosa vogliamo.
Una seconda lezione è quella che io chiamo identificare i feedback che la vita ci dà.
Sono i fatti della vita a dire quello che conta davvero.
Quando osserviamo cosa facciamo, come ci comportiamo, a cosa diamo tempo e priorità: è lì che risulta evidente ciò che conta per noi.
Allora vale la pena chiedersi quanto quel sogno che ci portiamo dietro sia tiepido invece che ardente. Quanto sia legato a qualcosa che facciamo fatica a lasciare andare. A quale parte di noi sia connesso. In che relazione stia con la paura e con il piacere.
Spesso i desideri tiepidi nascono più dal voler evitare qualcosa, da una paura di sottofondo. I desideri ardenti, invece, sono forgiati dalla passione e dal piacere.
Così, mentre stamane mi davo al vagabondaggio per i colli, l’ho capito. Ho visto le paure dietro il sogno: diventare inutile, superata, vecchia, senza mezzi.
E’ stato spiazzante e insieme liberatorio, al punto che ho iniziato a ridere.
Poi, mi sono seduta in un punto in alto, ho passato in rassegna i fatti salienti della mia vita e ho guardato a ciò che faccio, a ciò che esprimo: quello che conta davvero per me.
A volte siamo così presi a pensare, progettare, pianificare che non ci accorgiamo di cosa stiamo vivendo. Il mio sogno ardente lo vivo già.
Tutto quello che conta davvero, è qui, presente.
Lascia un commento